3 AMIGOS

 

Materiale: 3 vestiti da messicano(importante il cappello)

 

Personaggi: 2 messicani uomini, una donna

 

STORIA

 

Canovaccio: 3 amici messicani seduti al centro della scena che dormono, due uomini ai lati e una donna al centro.

·      Donna: Amigos amigos tiengo un’idea mui brillantinia nella mia caveza

·      Uomini: che passa che passa?

·      Donna: perché non giochiamo a football?

·      Uomini: e cosa occuerre per giocare a football?

·      Donna: la puerta e la pelotas

·      Uomo Dx: io tengo la puerta, la puerta di casa mia

·      donna: no brutto caprones

·      uomo sx: non abbiamo neanche le pelotas, non possiamo giocare a football

·      Tutti: e allora, e allora

·      Donna: e allora dormimos.

Lo stesso gioco di parole per il tennis (racchettas e pelotas) e il golf dove però quello a destra dice di avere il palo, quello a sinistra le pelotas, la donna invece di dire il buco dice: amigos, amigos, dormimos, dormimos.    

I 3 BONZI

 

Materiale: 3 vestiti da bonzo, un vestito da capo bonzo, 3 palloncini,

                  uno spillo, un foglio, un vestito sexy, musica sexy.

 

Personaggi: 3 bonzi, un capo bonzo, una ragazza provocatrice

 

STORIA

 

Canovaccio: Il capo bonzo con un linguaggio strano inaugura  l’esame per diventare bonzi professionisti. Sono presenti 3 bonzi con un palloncino gonfio sul davanti, il capo bonzo chiama la provocatrice che provocherà i primi 2 bonzi fino allo scoppiare del palloncino, il capo bonzo li caccerà malamente dicendo che non sono degni della carica.

L’ultimo bonzo invece resiste e fiero il capo bonzo sventola il diploma del prescelto dicendo che è l’unico degno di diventare bonzo professionista, ma il diploma cade e quando il  capo bonzo si chinerà per raccoglierlo l’ultimo bonzo andrà dietro il sedere del capo e glielo appoggerà… 

 

3 CANI

 

Materiale: 3 guinzagli.

Personaggi: 3 donne, tre uomini al guinzaglio

STORIA

 

Canovaccio: Dentro ad uno studio medico ci sono 3 donne con 3 uomini al guinzaglio che faranno i versi dei cani.

La prima entra con un cane che farà pipì per tutto il palco(la donna riprenderà il cane + volte chiamandolo pissi pissi)

Entrerà la seconda donna con al guinzaglio un animatore che si attaccherà a tutti e tutto anche qua la donna lo riprenderà con il nome di trombino.

Entrerà la terza donna con un guinzaglio fatto di catena che porterà un cane cattivissimo che picchierà tutti,urlerà e farà un gran casino sul palco,il cane si chiama Attila e la donna lo richiamerà come le altre.

Le tre donne inizieranno a parlare sul motivo per cui sono dal veterinario,la prima e la seconda diranno che sono la per il problema del cane e vogliono farlo castrare(alla parola castrare gli altri 2 cani prenderanno in giro il cane in questione).

La terza donna come motivo dirà:

L’altra sera stavo in bagno a farmi una doccia quando ho sentito dei passi… poi ho sentito delle unghie sul collo…era il mio attila che mi è saltato addosso e mi ha posseduta per 10 minuti(qua il cane farà il segno di alzare),30 minuti (anche qua il cane farà segno di alzare) per un ora!(qua il cane esulta tra gli applausi degli altri due) a questo punto le altre donne le chiederanno “allora anche lei è qua per farlo castrare?” e lei risponderà “ Castrare? Ma io volevo solo fargli dare una limatine alle unghie!  

CABARET:

 

3 NEL DESERTO

 

Materiale: un bicchiere d’acqua, uno spazzolino da denti,musica.

 

Personaggi: 3 uomini.

 

STORIA

 

Canovaccio: al centro della scena c’è un bicchiere d’acqua lontano da questo ci sono 3 uomini che strisciano per terra per arrivare al bicchiere, in questa gara tutto è permesso e quindi si prenderanno a botte, si tireranno per le gambe ecc.

Alla fine uno dei 3 riesce ad arrivare al bicchiere e contentissimo tirerà fuori dalla tasca uno spazzolino e si laverà i denti.

 

3 SEDIE.

 

Materiale: 3 sedie.

 

Personaggi: 3 personaggi da caratterizzare.

 

STORIA

 

Canovaccio: Ci sono 3 sedie sul palco, entra il primo personaggio e prova a sedersi sulle sedie, ma trova dei problemi sulle 3 sedie.

1.     Fa ridere

2.   Fa piangere

3.   Fa grattare o brucia.

Il personaggio quindi non si siede e resta in zona, questo si ripete anche con il secondo personaggio.

Il terzo personaggio si vuole sedere ed gli altri 2 aspettano che si sieda per ridere, ma questo gira la sedia, si siede e non sente niente.

I primi 2 personaggi rimangono stupiti e fanno come il quest’ultimo.

Il terzo personaggio si alza dalla sedia, ma appena si alza muore. i due personaggi sono impauriti, si guardano e scappano saltando con le sedie per non alzarsi e morire anche loro

3 VECCHIETTI

 

Materiale: trucchi ed i costumi dei vecchietti. Poi, i bastoni, una dentiera di plastica, un corno

 

Personaggi: 3 vecchietti, presentatore

 

STORIA

 

Canovaccio:   

Presentatore         – Sembra che ci sia qualcosa in questo club che allunga non poco la vita dei suoi ospiti affezionati. Non si sa di preciso cosa sia. C’è chi dice l’acqua, chi il caffè del bar, chi addirittura i budini del buffet! E comunque certo che uno di questi elementi rende più longevi. Questa sera abbiamo con noi, in vacanza premio offerta dal club, i tre clienti più anziani, che da anni ritornano ogni estate proprio perché – dicono – sono sufficienti un paio di settimane trascorse qui per sentirsi bene tutto l’anno. Loro sanno benissimo quale è il segreto dell’eterna giovinezza, facciamoli perciò entrare, ed accogliamoli con un clamoroso applauso. Signore e signori… I TRE VECCHIETTI!!!

Entrano in scena tre animatori, truccati da vecchi, con tanto di bastoni per sorreggersi. Uno ha il cornetto per sentire meglio, l’altro la dentiera che potrà togliersi in qualsiasi momento, l’altro ancora la tosse asmatica. Una volta in scena, i tre vecchietti saranno fatti accomodare su altrettante sedie disposte centralmente di fronte al pubblico. Sarà a questo punto che si procederà con l’intervista. L’intervistatore comincerà con il primo dei tre vecchietti, ossia quello che sembra più giovane, seduto ad un’estremità della fila.

Presentatore –          “Buonasera!… Signor?”

1° vecchietto –          (di rimando): “Eeehh!!>>

Presentatore –          “Dicevo buonasera, come si chiama?”.

1° vecchietto –         “Ahh, il mio nome! Mi chiamo Giustino”

Presentatore –         “Bene signor Giustino, tutta la gente qui di fronte a lei,    vuole sapere qual e il segreto della sua eterna giovinezza”

1° vecchietto –          “Che??? Il segreto della stitichezza?”

Presentatore –          “No, no, della giovinezza”. (urla un po’ per farsi capire   meglio)

1° vecchietto –         “Ahh la giovinezza!”

Presentatore –          “Si, ci dica quali sono questi segreti”

1° vecchietto –          “La prima cosa è non bere, io non bevo mai alcoolici, niente di niente, solo acqua, acqua, acqua, solo acqua”

Presentatore –          “Si, si, abbiamo capito benissimo, la prima cosa da farsi e quella di non bere alcoolici, e poi, c’e qualcosa d’altro?”.

Nel frattempo, il primo della fila, quello che sembra il più anziano dei tre, si è addormentato, ed e caduto dalla sedia. Il presentatore lo sveglia e lo mette a sedere. Quando questo si sveglia, chiede se è pronto il minestrone. Riprende l’intervista.

Presentatore –    “Dicevamo? Signor Giustino? C’è qualcos’altro che la tiene  in forma?”

1° Vecchietto –          “Si, non fumo mai, mai, neanche la sigaretta dopo pranzo, nemmeno il toscanello con gli amici, mai fumare, mai, mai”

Presentatore –          “Okay, abbiamo capito: niente alcool e niente fumo, c’è qualcos’altro?”

1° vecchietto –          “Niente donne, mai andato con una donna. Le donne fanno male, mai fatto all’amore io, mai, e si che ho avuto le mie occasioni!”

Presentatore –          “Beh, non so se questo rimedio piacerà molto ai signori presenti, tuttavia se dice che fa bene… signor Giustino, ci dica, ma lei quanti anni ha?”

1° vecchietto –          “Novantotto!!”. (risponde fiero e deciso).

Presentatore –          “Novantotto! Incredibile, facciamo un bell’applauso a questo giovanotto!”

Si procede poi rivolgendosi al secondo vecchietto, quello centrale, che per i modi, l’aspetto e le malattie, sembra più vecchio del precedente. L’intervista è sempre la stessa, solo che stavolta giocherete di più sul fatto che lui non ci sente, che soffre di asma e che a un certo punto perde la dentiera. I tre segreti sono sempre gli stessi: niente alcool, niente fumo e niente donne. Quando l’intervistatore chiederà l’età, lui risponderà: “Centoquattro.. ” E via con il secondo applauso. Si arriva cosi al terzo ed ultimo vecchietto, il più malandato, quello con più acciacchi, che non capisce quasi mai quello che gli si dice, che si addormenta durante l’intervista e cade, quello che trema in continuazione. Questa volta però i tre segreti dell’eterna giovinezza che il terzo vecchietto indicherà, sono esattamente l’opposto di quanto sostenuto dagli altri due. Per cui il primo sarà “Fumare, fumare sei pacchetti al giorno: tre al mattina e tre al pomeriggio, fumare, fumare sempre!”; il secondo sarà “Bere, bere Negroni, Negroni, Martini, Whisky, sempre ubriaco, bere, bere… a proposito, e possibile avere un grappino?”’, il terzo infine sarà “Donne, donne! Fare l’amore, fare l’amore due, tre, quattro, quindici volte al giorno, donne, donne, voglio un sacco di donne!!”. Accompagnando il tutto con evidenti gesti che meglio spiegano il concetto di fare l’amore. A quel punto il presentatore sempre più stupito:

Presentatore –         “Incredibile? Quindi per lei bisogna bere e ubriacarsi in continuazione, fumare tutto il giorno e fare l’amore con un sacco di donne. Ma… ma allora lei smentisce quanto detto finora, e ci dica signor Pasquale, lei quanti anni ha?”

3° vecchietto –          “Ventotto!!” (deciso e forte di rimando).

 

3GRAPPIN

 

Un ragazzo entra in un bar e ordina tre bicchieri di whiskey. Mentre sorseggia il primo inizia una conversazione con il barista e nel frattempo finisce anche gli altri due. Questo succede per diversi giorni, finchè il barista, ormai in confidenza, dice:- Se vuoi ti posso mettere i tre whiskey in un unico bicchiere… Ma il ragazzo risponde:- No, grazie. Preferisco così. Vedi, sono attaccato ai miei due fratelli che sono rimasti in Irlanda, a tal punto che prendo sempre tre bicchieri di whiskey: gli altri due sono per loro e me li fanno sentire vicini… come se stessimo bevendo qualcosa insieme. Il barista capisce e continua a servire i tre bicchieri come richiesto dal ragazzo. La cosa continua per diversi mesi fino a quando il ragazzo entra nel bar ed ordina due bicchieri di whiskey. Il barista, preoccupato, pensa che sia successo qualcosa ad uno dei suoi fratelli. Allora si fa coraggio e chiede: – E’ tutto a posto? – Perche’? – risponde il ragazzo. – Beh, per tutti questi mesi hai ordinato tre bicchieri di whiskey: uno per te e due per i tuoi fratelli. Ora ne hai ordinati 2. E’ forse successo qualcosa ad uno dei tuoi fratelli? – No, – risponde il ragazzo – i miei fratelli stanno benissimo. E’ solo che ho promesso a mia moglie che avrei smesso di bere… 

100PRESERVATIVI  

  Un tizio va in farmacia e chiede 100 preservativi. La farmacista gli da un borsa di nylon con dentro un mucchio di preservativi. Il tizio paga e va via . Il giorno dopo torna tutto incazzato dicendo:”Lei ieri sera mi ha dato solo 98 preservativi!” e l’altra : “Eeeeh non si arrabbi, mi saro’ sbagliata. Ora ne prendo altri due e glie li do subito” ” Si va bene ma intanto ieri mi ha rovinato la serata”

‘A livella

 

 

Ogn’anno, il due novembre, c’é l’usanza
per i defunti andare al Cimitero.
Ognuno ll’adda fà chesta crianza;
ognuno adda tené chistu penziero.

Ogn’anno, puntualmente,in questo giorno,
di questa triste e mesta ricorrenza,
anch’io ci vado, e con dei fiori adorno
il loculo marmoreo ‘e zi’ Vicenza.

St’anno m’é capitato ‘navventura…
dopo di aver compiuto il triste omaggio.
Madonna! si ce penzo, e che paura!,
ma po’ facette un’anema e curaggio.

*  *   *

‘O fatto è chisto, statemi a sentire:
s’avvicinava ll’ora d’à chiusura:
io,tomo tomo, stavo per uscire
buttando un occhio a qualche sepoltura.

“Qui dorme in pace il nobile marchese
signore di Rovigo e di Belluno
ardimentoso eroe di mille imprese
morto l’11 maggio del  31″

‘O stemma cu ‘a curona ‘ncoppa a tutto…
…sotto ‘na croce fatta ‘e lampadine;
tre mazze ‘e rose cu ‘na lista ‘e lutto:
cannele,cannelotte e sei lumine.

*    *  *


Proprio azzeccata ‘a tomba ‘e stu signore
nce stava ‘n ‘ata tomba piccerella,
abbandunata,senza manco un fiore;
pe’ segno, sulamente ‘na crucella.

E ncoppa ‘a croce appena se liggeva:
“Esposito Gennaro – netturbino”:
guardannola,che ppena me faceva
stu muorto senza manco nu lumino!

Questa è la vita! ‘ncapo a me penzavo…
chi ha avuto tanto e chi nun ave niente!
Stu povero maronna s’aspettava
ca pur all’atu munno era pezzente?

*  *   *

Mentre fantasticavo stu penziero,
s’era ggià fatta quase mezanotte,
e i’rimanette ‘nchiuso priggiuniero,
muorto ‘e paura…nnanze ‘e cannelotte.

Tutto a ‘nu tratto,che veco ‘a luntano?
Ddoje ombre avvicenarse ‘a parte mia…
Penzaje: stu fatto a me mme pare strano…
Stongo scetato…dormo, o è fantasia?

Ate che fantasia;era ‘o Marchese:
c’o’ tubbo,’a caramella e c’o’ pastrano;
chill’ato apriesso a isso un brutto arnese;
tutto fetente e cu ‘nascopa mmano.

*  *   *


E chillo certamente è don Gennaro…
‘omuorto puveriello…’o scupatore.
‘Int ‘a stu fatto i’ nun ce veco chiaro:
so’ muorte e se ritirano a chest’ora?

Putevano sta’ ‘a me quase ‘nu palmo,
quanno ‘o Marchese se fermaje ‘e botto,
s’avota e tomo tomo…calmo calmo,
dicette a don Gennaro: “Giovanotto!

Da Voi vorrei saper, vile carogna,
con quale ardire e come avete osato
di farvi seppellir, per mia vergogna,
accanto a me che sono blasonato!

*  *   *

La casta è casta e va, si, rispettata,
ma Voi perdeste il senso e la misura;
la Vostra salma andava,si,inumata;
ma seppellita nella spazzatura!

Ancora oltre sopportar non posso
la Vostra vicinanza puzzolente,
fa d’uopo, quindi, che cerchiate un fosso
tra i vostri pari,tra la vostra gente”

“Signor Marchese,nun è colpa mia,
i’nun v’avesse fatto chistu tuorto;
mia moglie è stata a ffa’ sta fesseria,
i’ che putevo fa’ si ero muorto?

*  *   *

Si fosse vivo ve farrei cuntento,
pigliasse ‘a casciulella cu ‘e qquatt’osse
e proprio mo, obbj’…’nd’a stu mumento
mme ne trasesse dinto a n’ata fossa”.

“E cosa aspetti, oh turpe malcreato,
che l’ira mia raggiunga l’eccedenza?
Se io non fossi stato un titolato
avrei già dato piglio alla violenza!”

“Famme vedé… piglia sta violenza…
‘A verità, Marché, mme so’ scucciato
‘e te senti;e si perdo ‘a pacienza,
mme scordo ca so’ muorto e so mazzate!…

*  *   *

Ma chi te cride d’essere…nu ddio?
Ccà dinto,’o vvuo capi, ca simmo eguale?…
…Muorto si’tu e muorto so’ pur’io;
ognuno comme a ‘na’ato é tale e quale”.

“Lurido porco!…Come ti permetti
paragonarti a me ch’ebbi natali
illustri, nobilissimi e perfetti,
da fare invidia a Principi Reali?”.

“Tu qua’ Natale… Pasca e Ppifania!!!
T”o vvuo’ mettere ‘ncapo…’int’a cervella
che staje malato ancora e’ fantasia?…
‘A morte ‘o ssaje ched”e?…è una livella.

*   *  *

‘Nu rre, ‘nu maggistrato,’nu grand’ommo,
trasenno stu canciello ha fatt’o punto
c’ha perzo tutto, ‘a vita e pure ‘o nomme:
tu nu t’hè fatto ancora chistu cunto?

Perciò,stamme a ssenti…nun fa”o restivo,
suppuorteme vicino che te ‘mporta?
Sti ppagliacciate ‘e ffanno sulo ‘e vive:
nuje simmo serie…appartenimmo à morte!”

 

I TRE MESSICANI

 

Si accende la luce ed i tre sono seduti a terra al centro del palco con poncho e sombrero. Stanno dormendo quando il primo si sveglia.

 

A: (esclamando) Compagneros!

B e C: (si guardano e rispondono) I ghe pasa?

A: Porchè no giochemos?

B e C: (sempre guardandosi) Giochemos?! …E a che cosa Giochemos?

A: Giochemos… A el Tennis!

B e C: A el Tennis?…E che nececita?

A: Nececita…dos giocatores, una reteros, dos racchettones, y…una pelotas!

B e C: No tenemo nada de esto!

A: E allora dormimos!

B: Dormimos!

C: Dormimos! (i tre assumono la posizione iniziale russando)

B: Compageros!

A e C: I ghe pasa?

B: Giochemos (col piede) a el football?

A e C: A el football?…E che nececita?

B: Nececita… ventidues giocatores, lo stadieros, el publicheros, dos portes, la pelotas y…(mimando le corna) l’arbitreros!…

C: Aridormimos!

(stessa storia i tre si mettono a dormire finche non si sveglia C).

C: Compagneros!

A e B: I ghe pasa?

C: Porchè no giochemos?

A e B: Giochemos?… E a che giochemos?

C: Giochemos…A el Biliardos!

A e B: A el Biliardos…E che nececita?

C: Nececita…una steccas, dos pelotas, y…los bucos!

A: (mimando la stecca risponde entusiasta) Io tiengo la steccas!!

B: (mimando le palle risponde pronto ) Io tiengo les pelotas…!!

C: (alza subito il braccio esclamando ) Io tiengo…

(poi ci ripensa guarda gli altri due e risponde)

…Compagneros…Dormimos!

 

BUIO

 

 

L’introduzione può essere variata facendo entrare i tre da dietro le quinte con strumenti (chitarra, tamburello ecc…) canticchiando una musica tipicamente messicana. Uno dei tre all’improvviso si ferma ed esclama:

Compagneros! – Gli altri due si fermano lo guardano e lui esclama – Dormimos! – I tre prendono posizione ed inizia lo sketch.                  

CAFFE’ AMALFI

 

Lui: Ma allora, secondo te, come deve essere il nostro rapporto?

Lei: Qualcosa di diverso, di speciale; non il solito tran-tran quotidiano. Io chiedo al mio partner qualcosa di diverso, una vita con….

Cam: Desiderate qualcosa?

Lei: Un caffè. Con un po’ di humor. Qualcosa di diverso, di speciale, di fantastico, di straordinario, di sorprendente.

Lui: Ma non dire stupidaggini; quello che mi chiedi è un’utopia.

Lei: Ah, è utopia pretendere che una donna cerchi nell’altro….

Cam: Ecco il caffè corretto.

Lei: Quale caffè corretto?

Cam: Quello che ha ordinato lei.

Lei: Ma io ho chiesto un caffè normale.

Cam: E con questo che ci faccio?

Lui: Se lo beva lei.

Cam: (si beve il caffè) Caffè normale?

Lei: Si. Con utopia! Soltanto con utopia si possono creare certe illusioni.

Lui: Per me è tutto uguale, come prima.

Lei: Io invece lo sai come sento come sento ormai il nostro rapporto…

Cam: Caffè.

Lei: Non più normale, ma freddo, freddissimo.

Cam: (si beve anche questo caffè)

Lei: Anche tu non sei più quel tenero amante di una volta, ma un partner…

Cam: Freddo.

Lei: Ecco!! Freddo e corretto:

Cam: (va via bevendosi l’ennesimo caffè)

Lei: Mentre invece in ogni donna c’è il desiderio ardente di un amore…

Cam: Freddo e corretto.

Lei: Ma che dice, bollente e dolcissimo.

Cam: (sempre più schizzato si beve anche questo caffè)

Lei: Ecco come intendo io; un incontro, una passione.

Lui: Dovevi saperlo che non sono il tipo che fa tante smancerie io. Il mio affetto per te è normale, sicuro, quotidiano.

Lei: Sarà come dici te, ma è anche…

Cam: Bollente e dolcissimo.

Lei: No! Amaro, tanto amaro.

Cam: (e si beve anche quest’altro caffè)

Lei: Io ti sognavo più tenero, più disponibile, più morbido.

Lui: E dillo, avresti voluto un amore romantico, all’acqua di rose.

Cam: All’acqua di rose?

Lui: All’acqua di rose! Dolce, dolcissimo.

Lei: No! Amaro, amarissimo.

Lui: Dolce, dolcissimo.

Lei: No! Amaro, amarissimo.

Lui: Dolce, dolcissimo.

Lei: No! Amaro, amarissimo.

Cam: Non potete trovare un accordo?

L+L: No!

Cam: (se ne va bevendosi anche quel caffè)

Lei: Ormai è troppo tardi. Il tempo di prendere un caffè e addio, addio per sempre. A proposito, ma quando arriva questo caffè?

Lui: Cameriere, ma questo caffè arriva o no?

Cam: Arriva, arriva.

Lui: Pensaci amore, possiamo essere ancora felici; io ti offro tutto il mio amore e tutto il mio affetto.

(è arrivato intanto il cameriere)

Lei: No, non lo voglio più!!

Cam: Non lo vuole più!! E no signorina, adesso lei si prende tutto. Tutto si prende. Questo è corretto, questo è scorretto. Questo è all’humor e questo è all’utopia. Questo è dolce e questo è amaro. Questo è freddo e questo è caldissimo. E questo è offerto dalla ditta.

Lui: Ma che fa?

Cam: Romano corretto alla panna, che libidine.

 

DISTURBO SE FUMO

 

Materiale: bottiglia di vino, vestito da ubriaco, ricreare il treno.

 

Personaggi: Passeggeri di un treno, ubriaco

 

STORIA

 

Canovaccio: Siamo in un treno, ad una fermata sale un ubriaco, questo ubriaco evidentemente puzza perché tutti i passeggeri si spostano e si tappano il naso, questo ubriaco farà le cose più schifose possibili senza aprire bocca.

Ad un certo punto però si metterà una sigaretta in bocca e dirà “ disturbo se fumo”